Phoenix inizia la serie della vendetta come meglio non poteva trascinata da un Nash impeccabile.
La tattica degli Spurs è subito chiara: evitare assolutamente il pick&roll Nash-Stoudemire, a costo di lasciare spazio e tiri al canadese. Peccato che Steve faccia pagare dazio ai texani in una maniera spropositata. Subito 7 punti praticamente consecutivi e 11 dei primi 14 di squadra con percentuali impressionanti e soprattutto numerosi facili lay-up nel pitturato, quanto mai sguarnito viste le pessime azioni in aiuto dei lunghi nero-argento. La marcatura di Stat subito affidata ad un ottimo McDyess, almeno in fase difensiva. In attacco infatti il veterano è per tutto il primo tempo irriconoscibile ma almeno limita Amare. Uscito lui, infatti, sia Bonner che Duncan possono poco contro la fisicità e il primo passo del centro da Lake Wales.
D'altro canto Phoenix tenta fin da subito la fuga a tutti i costi ma, nonostante i suoi sforzi, non riesce a scollarsi di dosso gli Spurs fino agli ultimi minuti. Ogni volta che i Suns sembrano poter chiudere la partita i texani infatti si rifanno sotto con un grande Ginobili da 27 punti o grazie alle pentrazioni di Tony Parker, ma anche grazie ad un discreto Duncan da 20 punti e 11 rimbalzi, arrivati però con 4 su 9 dai liberi, 15 tiri dal campo e parecchi errori se non quando deve appoggiare facili due punti sugli scarichi di Parker, Hill o Manu. Nel secondo e terzo quarto i Suns toccano più volte la doppia cifra di vantaggio grazie a parziali impressionanti di Nash (33 punti con 13 su 19), J-Rich (27 con 3 su 6 da 3 e 10 su 16 dal campo) e Stat, che abusa di Duncan e chiude con 23 punti e 9 su 17 dal campo.
A fine secondo quarto siamo a più 10 Suns e allora cambia la strategia degli Spurs: meno spazio a Nash ora e difesa più equilibrata su tutti gli altri. I Suns si affidano ad un gioco più incentrato su Stat ma dall'altra parte Ginobili si scalda e da tre riporta sotto gli Spurs e poi addirittura in vantaggio. Phoenix non si divide e torna a più 10 sulle ali di un Richardson commovente. Questo vantaggio rimarrà tale fino a pochi minuti dalla fine quando i texani tornano sotto di 6 per poi soccombere sotto i liberi di Phoenix.
Tirando un po' le somme ci sono 3 cose parecchio preoccupanti per i Texani. Numero 1: Hill è tornato sui suoi standard con 9 punti ma soprattutto 2 su 9 dal campo e 0 su 5 da 3. Numero 2: Tony Parker segna praticamente tutti i suoi punti in penetrazione e torna ad essere molto discontinuo dalla medio-lunga distanza. Numero 3: Richard Jefferson è tornato a soffrire il sistema degli speroni e chiude la partita con soli 3 tiri dal campo. Tutto questo senza considerare una partita di Duncan che viene falsata dalle statistiche: praticamente inesistente in difesa e con pessime percentuali in attacco se si escludono i facilissimi tiri realizzati grazie a Manu e Parker. Il caraibico però non è del tutto da considerarsi un fattore negativo in questa partita. Nel quarto quarto le ultime speranze texane passano dai suoi rimbalzi offensivi e dai canestri che ad essi ha fatto seguire; importantissimo quindi nel finale di partita e con qualche accorgimento importantissimo nella serie.
Per Phoenix, viste le percentuali (51% dal campo), una partita perfetta nella quale sono riusciti a tenere il loro ritmo fino in fondo ma con un risultato finale che non deve fuorviare. Gli Spurs sono stati in partita, seppur ad intermittenza, fino alla fine e, con un paio di tiri da tre in meno da una parte e un paio di liberi in più dall'altra, la partita poteva seguire binari ben diversi alla fine dei giochi, soprattutto considerando che Nash difficilmente potrà tenere queste medie per tutta la serie, in particolare quando ci si sposterà a San Antonio. Attenzione quindi ad una più che decisiva gara 2 perchè, come qualcuno in passato disse, la serie non inizia finchè una delle due squadre conquista una partita in trasferta.
martedì 4 maggio 2010
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