Vittoria importantissima dei Suns che permette a Nash e compagni di arrivare in Texas senza grosse pressioni e con tutto da guadagnare dalle due gare in trasferta. Ma passiamo subito alla sfida dello US Airways Centre.
Partita che si apre con gli Spurs lontani parenti di quelli del primo quarto di gara 1. La differenza non passa di certo attraverso le prestazioni di Hill e Jefferson, che rimangono su livelli imbarazzanti, ma pesa interamente sulle spalle di un Tim Duncan impressionante. Era da tempo che il caraibico non dimostrava una capacità tale nel crearsi un tiro e realizzarlo nonostante contatti e corpo fuori equilibrio. Inutile a dirsi, la difesa sotto canestro dei Suns da una grossa mano sia a lui che a McDyess, tornato finalmente affidabile dalla media distanza e determinante come suo solito nel limitare Stat dall'altro lato del campo. Completa l'opera un Tony Parker di nuovo convincente dai 4-5 metri e il vantaggio Spurs di 9 a fine quarto è presto giustificato. Per Phoenix tutto passa da Nash che, però, trova molte più difficoltà nel realizzare i facili lay-up che hanno lanciato i Suns nella precedente partita e abbassa notevolmente le sue percentuali anche dalla distanza. Dimostra inoltre un'insolita ostinazione nel mettersi in proprio e coinvolge poco i compagni che, comunque, convincono poco a parte una tripla di J-Rich e un paio di belle giocate del solito sempreverde Grant Hill. Per limitare lo strapotere nel pitturato degli speroni, Gentry prova ad affiancare ad Amare l'energico Amundson per gli esigui minuti che rimangono con pochi risultati.
Nel secondo quarto la situazione cambia drasticamente e le second unit dei Suns, capitanate da un Dudley che non ti aspetti, prima fa toccare il massimo vantaggio Spurs a quota 11, poi si riporta sotto di 4 con addirittura 3 giocate da tre punti di Jared. Al rientro sul campo di Duncan e del resto delle due front line le cose sembrano tornare al loro posto con due ganci di un caraibico sempre più ispirato, ma è solo un fuoco di paglia. Poco dopo completano infatti la rimonta di Phoenix due triple di Richardson e Frye che riportano i Suns a meno 2, sfruttando la serata nera al tiro di Manu Ginobili, fin'ora il trascinatore dei texani. Sul finire del periodo di nuovo 3 ottimi segnali per Phoenix: Duncan torna alle sue solite percentuali sbagliando gli ultimi 3 tiri dal campo, Frye si iscrive finalmente alla serie con due triple dopo aver viaggiato a 5 di media nelle ultime 4 partite e Stat torna furiosamente sopra al ferro dopo il primo pick&roll veramente convincente della serata con Nash. In definitiva tre indizi che fanno una prova: a metà match 51 pari e Los Suns con l'inerzia della partita.
Dopo la pausa la musica non cambia: Tim Duncan attivissimo da entrambi i lati del campo si esibisce anche in due stoppate clamorose su Nash e Stoudemire e porta i suoi fino al più 6 con l'aiuto di un Tony Parker improbabile dalla lunga distanza e di un finalmente positivo Richard Jefferson. Nei Suns ricompare Collins, che dimostra subito al pubblico quale sia il motivo per il quale ha osservato la partita dalla panchina per tutto il primo tempo. Nonostante il fardello di Jason in campo, Hill e Nash continuano a giocare su livelli grandiosi insieme a J-Rich e, presto fatto, le due squadre si ritrovano di nuovo in parità.
Le due squadre si affacciano al quarto e ultimo quarto sul 78 a 76 Suns sulle ali di un Frye da 4 su 5 da tre e di un Richard Jefferson più volte sopra al ferro e finalmente meno imbrigliato nella fitta matassa degli schemi nero argento. La parità dura poco e prima con Hill, poi con le triple di Frye, Richardson e ancora Dudley, infine con 3 pick&roll consecutivi Nash-to-Stoudemire, Phoenix vola fino al +12 a 4 minuti dalla fine il chè gli consegna virtualmente la vittoria. Altra tegola pesante, conseguenza dei suddetti giochi a due Nash-Stat, il quinto fallo di Manu e Tim. La partita finisce fra le grida del pubblico 110 a 102, punteggio troppo alto perchè gli Spurs possano impensierire Phoenix.
In definitiva un Duncan spumeggiante (29+10) e un Parker sorprendente da 3 (20 con 2 su 2 dall'arco) non portano alla vittoria nonostante il ritorno a grandi livelli di Jefferson (18+10 con 8 su 13 dal campo) e questo fa molto pensare perchè se in partite così non si porta a casa il risultato difficilmente lo si potrà fare in futuro. Da menzionare comunque che la seconda metà di partita del caraibico è tornata ad essere insufficiente (4 su 11 dal campo e solo 2 punti del quarto periodo) e Ginobili (11 con 2-8 dal campo), da cui questa squadra dipende moltissimo, non è stato un fattore nella gara. Dall'altra parte, dopo un avvio difficoltoso, ancora una volta Gentry dimostra di aver registrato la difesa e il carattere dei Suns, ancora capaci di rientrare velocemente con parziali e contro parziali da situazioni di forte svantaggio, come ai tempi di D'Antoni, ma adesso molto meno schiavi del loro gioco e molto più efficaci nei momenti chiave delle partite. Nash ancora straordinario (19+6 con 7 su 13), Hill fondamentale difensivamente e con buone cose anche in attacco (18 e 6 rimbalzi), Frye mortifero da 3 come in regular season (15 con 5 su 6 da tre) e Stat (23+11) con Richardson (19 con il 50% dai 7 e 25) che alla lunga vengono fuori spazzando via i diretti marcatori con giocate dal peso specifico enorme. In poche parole Phoenix in pieno controllo della serie e pronta a chiuderla anche in 5 partite se in Texas tutto andrà secondo i piani.
DA PARTE MIA BUONA FORTUNA SUNS
giovedì 6 maggio 2010
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