mercoledì 17 febbraio 2010

MERCATO NBA - trades and rumors con Dallas e Portland per ora protagonisti


Siamo ormai agli sgoccioli di questa finestra di mercato NBA. In mezzo ai soliti rumors le trade vere e proprie sono state poche, a dire il vero solo due per essere precisi.

Di sicuro quella che ha coinvolto Dallas e che ha molto soddisfatto l’estroverso Mark Cuban è quella che maggiormente influenzerà i playoffs ad ovest. I Mavs riescono finalmente, dopo anni di voci e smentite, a cedere uno dei trascinatori alla finale del 2005, Josh Howard. Insieme alla sfortunata small forward, martoriata dagli infortuni e mai tornata ai livelli degli anni passati, vengono impacchettati destinazione Washington Drew Gooden, Quinton Ross e James Singleton per ottenere in cambio Caron Butler, Brendan Haywood e Deshawn Stevenson. Non sto neanche a sottilineare quale delle due squadre ci abbia guadagnato di più. I Mavericks hanno ora nel ruolo di ala piccola il talento spropositato di Butler, che seppur discontinuo nessuno discute, e soprattutto un Brendan Haywood alla sua miglior stagione in carriera (quasi 10 punti e oltre dieci rimbalzi a partita conditi con 2 stoppate in 32 minuti di impiego), che finalmente toglierà il peso dello strapagato Eric Dampier dallo starting five, si spera. Oltretutto, con un realizzatore come Butler in campo, il Jet potrà tornare a svolgere il ruolo di sesto uomo a lui più congeniale. D’altro canto i Wizards sperano che Howard si riprenda e torni quel solido giocatore con anche qualche punto nelle mani che è stato fino ad un paio di anni fa, ma nel caso non sia così è la stessa squadra della capitale che nell’estate a venire dovrà decidere se esercitare o no l’opzione che prolungherà il contratto del giocatore da Wake Forest di un anno. Personalmente non vedo tante possibilità che la vicenda possa andare in questa direzione. Washington ha già infatti dichiarato che se arrivano offerte interessanti è pronta a svendere tutti i suoi gioielli dopo che in questi anni fra una cosa e l’altra in campo non ha mai potuto sfruttare il loro talento. Inoltre dopo la crisi economica il presidente dei Wizards non è di certo l’unico che cerca e cercherà di limitare le spese della propria franchigia. Dallas quindi notevolmente rinforzata, ottiene esattamente quello che voleva, ovvero un centro solido e un realizzatore da inserire in quintetto, e gli ottiene senza dare in cambio praticamente niente portandosi, almeno sulla carta, al livello dei Nuggets come possibile contender dei Lakers (anche se contender, per entrambe le squadre, sembra una parola grossa visto l’enorme valore della franchigia della città degli angeli).

L’altra trade coinvolge invece l’asse Portland-Clippers ed è stata ufficializzata proprio oggi. I Blazers spediscono in California Travis Outlaw e Steve Blake più un conguaglio economico per Marcus Camby. Il conguaglio economico, va detto fin da subito, non è da imputare al valore dei giocatori, ovviamente, ma all’entità dei contratti che si vanno a scambiare e quello di Camby risultava maggiore di quelli di Blake e Outlaw messi insieme. Tornando all’aspetto tecnico, i Blazers si privano del loro miglior realizzatore dalla panchina e del sempre solido Blake, cambio in regia di Miller, per avere in cambio quello che, ora come ora, dovrà sostituire Oden e le sue capacità di intimidire i penetratori avversari. Lo scambio va visto anche nell’ottica della maturazione dei giovani, anzi direi soprattutto in quest’ottica. L’intenzione dei Blazers, infatti, sembra proprio quella di dare maggior spazio a Bayless, Fernandez e Batum, giovani di grandissima speranza che anche in campo hanno già dimostrato tutto il loro valore ma che purtroppo hanno comunque dovuto spesso convivere con uno scarso minutaggio, in particolare Nicolàs e Jerryd. Altra cosa da non sottovalutare è che il contrattone di Camby è in scadenza alla fine di quest’anno e che quindi Portland avrà un ottimo spazio di manovra per l’importante mercato estivo a venire. Non ci sorprenderemo poi nel vedere Camby nuovamente con la maglia dei Clippers nella prossima stagione. Per la disastrata L.A. sponda Clippers invece poco da dire o raccontare. Blake si sposterà da una panchina all’altra, stavolta diventando il cambio del barone, e lo stesso dovrebbe fare Travis, diventando cambio di Butler.

Entro domani si saprà se il rumors più affascinante diventerà realtà, ma a questo punto le probabilità non sono tantissime; stiamo ovviamente parlando di Stat ai Cavs. Phoenix sembrerebbe quindi, nonostante l’ottima stagione, disposta a ricostruire fin da subito, mentre Cleveland cerca in ogni modo di vincere l’anello quest’anno, conscia che Lebron sta valutando molto attentamente le sue opzioni per l’anno prossimo cercando in ogni modo di abbracciare il suo amico Wade alla fine dei giochi. In ogni modo i Cavs cercavano un ala forte che aprisse l’area, e non mi sembra proprio il caso di Amar’e; ricopriva molto meglio questo ruolo Jamison, fra l’altro come detto sul mercato, ma il prescelto ha messo una parolina su quell’altro e allora...bisogna accontentarlo. Altra cosa, checchè ne dica Stoudemire, la convivenza fra lui e Shaq non è di certo stata una delle migliori. O’neal riempie l’area come pochi e con il calare della sua mobilità non sta di certo ad allontanarsi più di tanto dalla zona ferro; questo è in aperto contrasto con il gioco di Stat che fra l’altro sarà tutto da vedere senza un play come Nash alle spalle e con ricezioni molto più statiche, visto il suo non certo convincente post basso.
Intanto da segnalare anche sul fronte allenatori l’avvicinamento di Rick Pitino alla panchina dei Nets, che proprio stanotte hanno interrotto una striscia di 15 sconfitte consecutive battendo Charlotte, e l’annuncio di James dopo l’all star game (chissà se ci prende in giro anche stavolta) dell’intenzione di indossare dall’anno prossimo il numero 6 e sostituire così lo storico 23 di MJ. Chissà che non sia il segno di un possibile nuovo inizio del Re lontano dal regno di Cleveland...

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