La maggior parte di voi, appassionati di sport USA in generale, non si meraviglierà che questa notizia, lungo le sponde del mississipi, è passata in secondo piano nell’ultima settimana; l’intera città di New Orleans è in confusione per l’avvicinarsi del primo Superbowl della storia che vedrà in campo gli amati Saints!!!
Ma torniamo a Chris Paul. Infortunatosi il 27 gennaio contro Golden State ha aggravato le condizioni del suo ginocchio venerdì scorso contro i Bulls, scontrandosi con una delle tanto odiate telecamere presenti a bordo campo. Giovedì si è quindi deciso di sottoporre il prezioso ginocchio del prodotto di Wake Forest ad un intervento di artroscopia che però lo terrà fuori approssimativamente per 6 settimane. Mai disgrazia cadde in momento peggiore! Gli Hornets, con un record di 26-23, sono infatti fuori dai playoffs, con due partite di ritardo sui sorprendenti Thunder di Kevin Durant; la rincorsa di New Horleans ad Oklahoma (città che gli ha ospitati nelle migliori stagioni della storia recente della franchigia, guarda caso) si fa molto più difficoltosa senza l’aiuto della sua stella che, prima dell’infortunio, viaggiava ad una media di 20 punti e 11.7 assist a partita (miglior assist man della lega).
In questi casi diventa importante l’apporto della panchina e, in particolare, di colui che si farà carico dei minuti di Paul, ovvero Darren Collison. Guardia uscita l’anno scorso da UCLA, classe 87, alto 1,83 per 73 chili. Il rookie ha risposto presente all’appello e nelle ultime tre partite ha collezionato prestazioni veramente interessanti: 17+18 a Memphis, 16+14 contro Phoenix e infine 9+9 nello scontro diretto contro i Thunder. Cifre importanti che solo a Memphis hanno portato alla vittoria ma che rappresentano una grandissima base per valutare questo ragazzo e la sua incredibile capacità di coinvolgere i compagni anche a livello NBA. Il suo talento è stato chiaro fin da subito a livello di college, soprattutto la sua velocità, l’altissima intelligenza cestistica e le grandi capacità come passatore. Durante la sua ascesa all’olimpo NBA però i dubbi erano tanti, in particolare sulla sua totale mancanza di stazza fisica, difficilmente migliorabile anche con sedute di palestra vista la sua struttura fisica, e sul suo jumpshot, non tecnicamente perfetto, quindi poco affidabile e dal range un po’ troppo limitato vista la posizione che dovrà ricoprire sul campo (in questa stagione sta tirando da tre con il 30% esatto).
In conclusione, le potenzialità ci sono tutte e avrà 6 settimane circa per metterle in mostra...tenetelo d’occhio e valutate voi stessi!
La partita dei 18 assist contro Memphis l'ho vista, se non sbaglio record di assist per un rookie che apparteneva al suo compagno CP3 con 16.
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