domenica 7 febbraio 2010

Focus on...Kevin Durant

In questo post ho deciso di parlare del giocatore che più di ogni altro mi sta entusiasmando questa stagione: Kevin Durant. Vi starete chiedendo come sia possibile che con le prestazioni di Lebron e la magica stagione di Kobe (soprattutto negli ultimi 24 secondi della partita) sia proprio KD a colpirmi maggiormente, beh non è facile darvi una risposta. Forse uno dei motivi principali è che non mi aspettavo un esplosione simile già quest’anno, perchè secondo me, nonostante le sue cifre fossero state già impressionanti gli anni passati, quest’anno il ragazzo è veramente salito di livello in modo spropositato, arrivando a pochi passi dal termine di quel sentiero che porta direttamente all’olimpo dei giocatori NBA, dove lo aspettano Bryant, James, Wade e gli altri potenziali MVP di questa lega. Un’altro motivo potrebbe essere il fatto che mentre osservavo il termine della sfortunata carriera di uno dei talenti più cristallini di cui il mondo abbia mai potuto godere, T-MAC, vedevo sempre di più in Durant la sua reincarnazione, arrivata vicinissima al completamento questa stagione. Stessa capacità di tirare da distanze illimitate come di andare sopra il ferro con una facilità inaudita e facendo sembrare il tutto troppo facile per essere vero. Quando lo vedo staccare per un comodo layup e poi scopro che invece è già con la testa al ferro nel traffico del pitturato rivedo nella mia immaginazione la canotta numero uno che tanto ha infuocato le mie lunghe notti NBA. Poi mi sveglio ed ecco ricomparire il 35, numero che si porta appresso dai tempi della High School, omaggio al suo mentore e coach AAU Charles Craig, ucciso all’età di appunto 35 anni.
Ripercorriamo allora i passi della sua ancora breve carriera partendo proprio da quegli anni. Durant inizia a giocare fin da giovanissimo; nei primi anni delle superiori trova come compagni di squadra prima Michael Beasley poi Ty Lawson con conseguente incetta di titoli nazionali. Nel suo anno da senior, nel 2006, approda alla Montrose Christian School di RockVille, Maryland. Qui diventa subito il miglior realizzatore della squadra e viene eletto Washington Post All Met Basketball Player of the Year e Mcdonald’s All American. Durante il Mcdonald’s All American Game (praticamente l’All Star Game delle High School) viene nominato co-MVP al fianco di Greg Oden, iniziando così lo scontro virtuale fra lui e il gigante di Buffalo in ottica NBA.
È il momento di mostrare il suo talento al college e il ragazzo da Washington non si fa pregare. Chiuderà la stagione da Freshmen con un’irreale doppia doppia di media da 25.8 punti e 11.1 rimbalzi, salendo addirittura di colpi nelle partite della Big 12, dove trascina i suo Longhorns di Texas fino al secondo turno con 28.9 punti e 12 rimbalzi e mezzo di media a partita.
Ma la partita più memorabile è sicuramente quella del derby sentitissimo contro i Texas Tech Red Raiders, ammutoliti da 37 punti e 23 rimbalzi. I paragoni si sprecano, si scomodano i nomi di KG e Dirk Nowitzky per descrivere l’enorme talento di KD35. Viene nominato freshman of the year, NABC Division I player of the year e, per la prima volta nella storia di un freshman, si aggiudica l’Oscar Robertson Trophy, l’Adolph F. Rupp Trophy e il titolo di Associated Press College player of the year. Prima del draft la sua maglia viene subito ritirata dall’università del Texas e, come se non bastasse, viene invitato, insieme al solito Greg Oden, a partecipare al training camp del team USA.
È l’ora del Draft! Arriva la chiamata numero 2, alle spalle dello sfortunatissimo Greg Oden. Chissà se avrà mai la possibilità di dimostrarci se quella scelta fu azzeccata. Visto il rendimento di Durant, i dubbi restano. La stagione da rookie è per me incommentabile. Gli ormai defunti Seattle Sonics giocano tutti per lui e lo trasformano in una macchina da statistiche. Arrivano di conseguenza i 20 punti di media, con una punta di 42 punti, ovviamente non solo frutto dello stile di gioco, ma comunque una grossa mano viene anche da quello calcolando che chiude la stagione con un impietoso 28% dall’arco. In fondo con lo stesso sistema Adam Morrison a Charlotte ha chiuso una statisticamente molto incoraggiante stagione di debutto, e tutti noi sappiamo come è andata a finire la storia. Il confronto è comunque da prendere con le molle vista la differenza di talento fra i due. La seconda stagione vede sicuramente più punti di interesse.
I nuovi Thunder gli affiancano giovani di grande talento come Russel Westbrook e Jeff Green e, anche se i risultati non cambiano granché rispetto all’anno passato (da 20-62 a 23-59) la squadra mostra grandi potenzialità. Il nostro pupillo chiude con 25 punti e 6.5 rimbalzi di media salendo addirittura al 42% dall’arco. Durante l’All Star Rookie Challange totalizza 46 punti battendo il precedente record di 36 di Amare Stoudemire e diventando MVP. Come dicevo all’inizio di questo interminabile (scusate) ma spero interessante articolo, arriviamo a questa impressionante stagione che secondo me ha visto il decisivo salto di livello di Kevin. Quasi 30 punti di media e 7 rimbalzi a partita, queste signori sono statistiche alla Lebron James se non si da troppa attenzione al numero di assist (solo 2.9 a partita), che denota ancora diversi problemi nel coinvolgimento dei compagni. Oltretutto una squadra come i Thunder, che mostrano importanti lacune sotto canestro e non sono certo una squadra irresistibile (anche se notevolmente rinforzati dall’arrivo di altri interessanti prospetti, vedi Harden e Maynor), sono in zona playoffs con un record ben al di sopra del 50%. Durant sta trascinando la squadra con prestazioni incredibili e percentuali dal campo irreali (vedere i 45 con 16 su 21 dal campo contro Golden State ad esempio, nonchè il 49% dal campo di quest'anno), vista la difficoltà dei tiri che è costretto a prendersi.
Non so voi, ma questo secondo me darà presto fastidio ai signori delle zone alte della classifica. NON VEDO L’ORA!!!
Stay tuned...

2 commenti:

  1. Fantastico!! Grande KD35, ero pronto a scommettere su di lui sin dall'inizio di questa stagione(non che ci volesse molto).

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  2. Senza nulla togliere a LeBron e Kobe, questo è il mio personale MVP di questa stagione perchè stà migliorando le proprie statistiche personali, addirittura sono 24 partite consecutive che segna più di 25 punti (l'ultimo giocatore a segnare così tanto per così tante partite consecutive fu Allen Iverson ben 9 anni fa) e anche perchè ha portato i Thunder in zona playoffs... prepariamoci ad un dominio futuro della Western conference anche perchè il ragazzo ha solo 21 anni!!!

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